Nel febbraio del 2015 hai festeggaito il quindicennale del varo di questa rivista. Come è nata l’idea?
"LaFrusta" nacque sotto la spinta del “tutti in rete” che attraversò il Paese alla fine del ’99. Ricordo che in quell’anno i maggiori provider (le compagnie telefoniche perlopiù) distribuivano nelle edicole i CD autoistallanti, al fine di catturare il maggior numero di utenti. Nel novembre del ’99 fui colpito da un trafiletto del “Corriere” che segnalava un applicativo di una Net.com americana che ti consentiva di “farti il sito” con davvero pochi colpi di mouse. Debbo dire che io ero principiante in informatica (conoscevo, male, il pacchetto “Office”) e totalmente digiuno di linguaggi di programmazione e men che meno di HTML.
Vuoi dire che non sapevi come si costruivano le pagine web, gli ipertesti?
Non ne sapevo letteralmente nulla. Cominciai a comprare delle riviste divulgative in edicola e armatomi di santa pazienza ma assistito da immensa curiosità feci ingresso in questo mondo. Le riviste suggerivano un sito “Aracnophilia”, in inglese ovviamente, dove ti avrebbero insegnato a costruire come un ragno (Aracne) la tua tela. Ma, in parte per la mia poca dimestichezza con la lingua inglese (sono un francofilo aspirante francofono: lo so: uno fuori dal giro, una specie di “vecchia zia”) in parte per la difficoltà del linguaggio HTML mollai subito l’idea di costruirmi il sito con il bloc notes e i tag (anche se tutti dicevano che era facile come bere un bicchier d’acqua). C’era “Frontpage”, è vero, ma credo che occorresse avere anche buona pratica di FTP (File Transfer Protocol), insomma una strada impervia per un absolute beginner come me. Venne questo suggerimento di homestead.com del “Corriere”, scaricai l’applicativo dalla Rete e benché in inglese, capii subito che era alla mia portata. L’applicativo era un editor di siti del tipo “drag and drop” (trascina e rilascia) e si dimostrò subito rispondente alle mie necessità. In più ti consentiva di saltare la fase dell’ FTP, perché pubblicavi la pagina in Rete con un semplice clic. Curiosando in Rete, mi accorsi che gli americani lo utilizzavano per le pagine personali (non esistevano allora i blog); insomma un applicativo per analfabeti informatici come me. [...]
La Rivista è aperta alla collaborazione di tutti
«Voglio chiarezza, lucidità, ragioni critiche; pretendo concisione, possibilità di sommari e compendi, dal momento che, lo si sa, non esiste opera di pensiero veramente significativa che non si possa riassumere in poche proposizioni.»
Alberto Arbasino, La gita a Chiasso, «Il Giorno» 23 gennaio 1963